È difficile pregare? Il suonatore di cetra.

Un monaco bizantino del XIV secolo, che divenne anche patriarca di Costantinopoli con il nome di Callisto II, risponde a questo quesito con l’esempio del suonatore di cetra.

 

   Se vuoi imparare la verità, prendi ad esempio il citaredo.

Egli infatti inclina la testa applicando l’orecchio al canto e fa girare il plettro con la mano. E mentre le corde vibrano insieme con arte, la cetra emette la melodia e il suonatore palpita per la dolcezza della melodia.

 

Colui che prega deve mettersi all’opera in modo simile. Dispone di una cetra e di un plettro. La cetra è il suo cuore, le corde i suoi sensi interiori. Per far vibrare le corde e suonare la cetra, ha bisogno di un plettro: il ricordo di Dio, il Nome di Gesù, la Parola. Così il suonatore di cetra deve, pieno d’attenzione e di vigilanza, ascoltare il suo cuore e far risuonare le corde con il Nome di Gesù, finchè non si aprano i suoi sensi e il suo cuore si desti. Chi senza posa fa vibrare il suo cuore al Nome di Gesù arriva a farlo cantare: una felicità indescrivibile pervade l’anima suo come un fiume, il ricordo di Gesù purifica il suo spirito e lo fa splendere di luce divina.

 

http://www.donboscoland.it/

da "racconti di un pellegrino Russo"

LA PREGHIERA DEL CUORE: il metodo del pellegrino russo

 

   Il metodo del pellegrino russo, che si può seguire tappa dopo tappa nei Racconti, sebbene faccia spesso riferimento alla Filocalia non è del tutto uguale a quello insegnato da essa. 

 

La narrazione comincia col porre la questione fondamentale, che da secoli occupava i monaci: quella della preghiera perpetua. «Per grazia di Dio sono uomo e cristiano, per opere grande peccatore, per vocazione pellegrino senza dimora, del ceto più basso, errante di luogo in luogo. Il mio patrimonio è: sulle spalle una bisaccia col pane secco, sotto la camicia una Bibbia. Tutto qui. 

 

Una volta, era la ventiquattresima domenica dopo la festa della Trinità, entrai in una chiesa a pregare durante la liturgia. Stavano facendo la lettura, tratta dalla lettera ai Tessalonicesi, al passo in cui è detto: pregate incessantemente. 

 

Queste parole mi si radicarono nella mente e cominciai a pensare: come è possibile pregare incessantemente, se ciascuno deve per forza preoccuparsi anche di tante altre cose per il proprio sostentamento? Cercai nella mia Bibbia e anche lì trovai scritto che occorre pregare incessantemente, pregare in ogni istante con lo spirito e levare le mani in preghiera in ogni luogo…Pensai a lungo, senza trovare soluzione. Che fare, pensai, dove trovare una persona che possa spiegarmi queste cose? Andrò in giro per le chiese più famose per i loro predicatori: chissà che non senta una buona spiegazione».

Ma la ricerca di spiegazioni si rivela più difficile del previsto. Più tardi il pellegrino lo confiderà al suo starec: «Iniziai quindi a girare per le chiese per ascoltare prediche sulla preghiera, ma per quante ne ascoltassi non trovavo mai indicazioni su come pregare incessantemente. 
Parlavano soltanto della preparazione alla preghiera attraverso opere di fede, imprese ascetiche o virtù, per la cui attuazione le forze di un povero peccatore non sono sufficienti. Tutto questo non faceva che destare in me timore e sconforto, senza insegnarmi affatto che cosa significhi pregare incessantemente e come ciò sia possibile. Leggevo spesso la Bibbia per confrontarla con quel che ascoltavo, ma senza raggiungere la sospirata conoscenza; compresi soltanto che quelle prediche non dicevano le stesse cose della Bibbia, anzi, a volte mi sembrava che affermassero proprio il contrario».
Il pellegrino giunge quindi a una conclusione: «Così dunque, dopo aver ascoltato tutte queste prediche senza ricevere alcuna spiegazione su come si possa pregare incessantemente, io smisi finalmente di ascoltare i sermoni pubblici e decisi di cercare, con l’aiuto di Dio, un interlocutore esperto e sapiente che fosse in grado di illuminarmi sulla preghiera incessante, poiché sentivo per questa un’attrazione irresistibile».

 

 da  http://www.novena.it



"Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede”. (Madre Teresa di Calcutta)